Truffatore di pensioni in tribunale: i post su Facebook innescano un procedimento penale!

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Ad Aschaffenburg una donna di 73 anni è sotto processo per incitamento all'odio su Facebook. Vengono monitorati i post di odio e i commenti discriminatori.

In Aschaffenburg steht eine 73-jährige Frau wegen Volksverhetzung auf Facebook vor Gericht. Verfolgt werden Hassposts und diskriminierende Kommentare.
Ad Aschaffenburg una donna di 73 anni è sotto processo per incitamento all'odio su Facebook. Vengono monitorati i post di odio e i commenti discriminatori.

Truffatore di pensioni in tribunale: i post su Facebook innescano un procedimento penale!

Sta suscitando scalpore il processo in corso ad Aschaffenburg che ha come protagonista un pensionato di 73 anni. La donna, conosciuta come Ingrid B., è sotto processo per presunta istigazione sui social. Secondo la Procura i suoi post sporchi su Facebook vengono attentamente esaminati. Ad esempio, ha pubblicato la foto di un autobus diretto ad Auschwitz con il commento: “Nuova linea di autobus per i rifugiati”. Dichiarazioni così drastiche hanno allarmato la magistratura e hanno incontrato un’ampia risposta da parte dell’opinione pubblica. Lo riferisce Primavera24, che questo caso illumina in modo interessante i limiti della libertà di espressione.

Ma cos’è esattamente la sedizione? Secondo la definizione legale, incita all’odio o alla violenza contro determinati gruppi, come minoranze o gruppi etnici. Dichiarazioni controverse non solo possono scioccare, ma possono anche essere punibili. Il quadro giuridico diventa indispensabile, soprattutto nei social media, dove l’anonimato e la diffusione dell’incitamento all’odio promossa algoritmicamente sono particolarmente pronunciati. L'articolo 130 del codice penale vieta quindi gli inviti all'odio o alla violenza e persegue anche la negazione o la banalizzazione di eventi storici, come l'Olocausto. Lawyer.de mostra sottolinea che la libertà di espressione ha i suoi limiti, soprattutto quando si tratta di affermazioni di fatti non veritiere.

Le accuse nel dettaglio

Il caso di Ingrid B. solleva gravi accuse. Ha suscitato indignazione non solo la foto di un autobus, ma anche la foto di due soldati con un mitragliatore, sotto la quale ha pubblicato la frase "La procedura di asilo più veloce". Ha anche descritto l’immagine di una sottostazione come un “parco di arrampicata per migranti”. Tali affermazioni potrebbero metterla nella zona grigia della sedizione, che secondo gli esperti è chiaramente definita. Il dottor Peter spiega che tra gli atti criminali rientrano anche gli attentati alla dignità umana mediante insulti e calunnie, soprattutto nei confronti di coloro che si distinguono per le loro convinzioni politiche o ideologiche o per circostanze sociali.

La Procura ha il compito di classificare giuridicamente le dichiarazioni e deve verificare se esse costituiscano effettivamente il reato di sedizione. La decisione finale spetta al giudice distrettuale di Aschaffenburg, che deve tenere conto del quadro giuridico e del contesto sociale. Va notato che Internet non è un vuoto giuridico e gli pseudonimi non offrono alcuna protezione contro conseguenze penali. Tracce digitali, come ad esempio l'indirizzo IP, possono portare all'identificazione. I prossimi giorni in tribunale faranno luce su quanto seriamente la magistratura consideri i limiti della libertà di espressione e su come affronterà tali casi.